La memoria a filo

La memoria a filo,  o memoria a linea di ritardo, sfrutta il fenomeno della magnetostrizione su filo metallico, ad esempio il nikel. Un campo magnetico, applicato ad un metallo, lo può deformare. Nel caso di un filo elastico, una deformazione in lunghezza o una torsione, si propaga da un lato verso il lato opposto.

E come dare un colpo ad un estremo di  una corda tesa. Il colpo produce una oscillazione che si propaga all'altro estremo. Se l'estremo opposto non assorbe l'energia in arrivo, l'oscillazione viene riflessa e torna all'inizio della corda.

La memoria a linea di ritardo sfrutta lo stesso principio, e se la sollecitazione è abbastanza breve, si possono operare più sollecitazioni in sequenza. La sollecitazione in un senso o in un altro è il bit memorizzato. All'estremo opposto, con un sensore, tipicamente una bobina, può rilevare le sollecitazione, quindi leggere la memoria. Le sollecitazioni all'estremo finale possono essere reintrodotte sul filo, in loop, dopo una opportuna amplificazione, per mantenere in memoria il dato. Una RAM, insomma.

Sul filo, si poteva pensare di memorizzare 1 - 2 Kbit, con dei tempi di accesso dell'ordine dei millisecondi. Per leggere il bit, occorreva attendere il suo transito sul filo.

Questo tipo di memoria è stata utilizzata fra gli anni '60 - '70 per memorizzare i dati, perchè più affidabile e meno costosa di sistemi basati su valvole termoioniche.

Di questa memoria ne è venuto in possesso mio padre, che pur non riconoscendo l'oggetto, ma curioso come il sottoscritto, l'ha tenuta per anni. Io l'ho solo ritrovata e riconosciuta.

Il modello qui presentato era una parte di una Olivetti Programma 101, o perottina, in onore all'ing. Perotto che la progetto. A detta di molti, e dalla pubblicità dell'epoca, si può considerare il primo peresonal computer della storia informatica: ed è italiano!

Lo stesso principio è stato sfruttato dalla UNIVAC, non con un filo metallico, ma con una colonna di mercurio.

La perottina ha avuto un buon successo in America, perché semplice da usare, ed economica (3500 dollari del tempo). Adriano Olivetti, spesso è stato ritenuto un visionario, in tema di elettronica ed elaboratori, ma di versi primati italiani dono da riconoscere alle 'visioni' di Olivetti.

Non credo di averne titolo, ma se posso dedicherò altre parti all'Olivetti, e forse ad altre imprese italiane che hanno fatto grandi cose con scarso supporto italiano.

Su wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Delay_line_memory

Su Old Calculator Web Museum: https://www.oldcalculatormuseum.com/d-f130dleng.html  https://www.oldcalculatormuseum.com/friden130.html

 

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Commenti

Io ero responsabile della loro produzione in Olivetti. Il filo non è di nichel, ma di acciaio armonico (una corda di pianoforte). Ad una estremità erano saldatue due piccole bandelle di nichel perpendicolari rispetto al filo, le quali passavano attraverso due piccole bobine. Un "1" mandato in queste determinava un impulso di contrazione su una badella ed espansione sull'altra; ciò provocava un impulso di torsione che si propagava nel filo. All'altra estremità vi erano altre due bandelle che ricevendo l'impulso inducevano un segnale nella bobina; amplificatore + squadratore ed ecco di nuov lo "1". La linea della P101 era circa 11 metri; nel filo il suono viaggia a 5.800 m/sec; col clock i 1 MHz un bit è lungo 5,8 mm per cui la linea conteneva sempre tutti i 1.920 bit delle amemoria. Posso mandare uno schema. Mail: giovanni@leonida.it

Ottimo, Grazie